Arriva il Bus a guida autonoma

Rivoluzione nella mobilità sostenibile: a Parigi e in Svizzera, a Sion, nel Cantone Vallese ha fatto il suo debutto Navya Arma, un piccolo autobus elettrico senza conducente. La navetta elettrica a guida autonoma è stata prodotta dalla società francese Navya con sedi a Parigi e a Lione, ed il motore è prodotto dalla Benevelli di Rubiera, in Provincia di Reggio Emilia. Navya ha anticipato Google e Apple, anche loro in corsa per lo sviluppo di veicoli a guida autonoma, infatti si prevede che Google Car sarà disponibile solo nel 2020. Questo minibus avrà un prezzo di circa 160 mila euro e ne sono già stati ordinati alcune diecine. Si prevede che nel  2025 il mercato di questo tipo di veicoli potrebbe arrivare a più di 10 mila unità solo in Europa. Il minibus elettrico controlla la velocità, con il limite di 45 chilometri orari a Parigi e di 20 in Svizzera ed ha una autonomia di 6-8 ore. La tecnologia di guida autonoma è in grado di individuare gli ostacoli lungo il percorso con un sistema di sensori coordinato dall’unità di intelligenza artificiale, consentendo al minibus di schivare ogni tipo di ostacolo, evitando collisioni e facendo più attenzione e con costanza maggiore di quella degli autisti umani.  Anche dal punto di vista impatto ambientale, sia come emissioni che acustico, è stato raggiunto un livello  molto basso grazie a questa tecnologia. Il motore e la trasmissione sono particolarmente silenziosi e Matteo Benevelli, responsabile della qualità dell’omonima azienda, ha dichiarato che sono stati necessari ingenti investimenti per ottenere questo risultato. Per il momento i Bus a guida autonoma potranno circolare solo in aree private perché attualmente non è consentita la loro circolazione nel traffico cittadino ma la normativa dovrebbe essere presto adeguata agli sviluppi tecnici.

Auto Elettrica NEWS

I 300 km di autonomia sono ora una caratteristica quasi comune che viene anche superata da alcuni modelli come la Opel Ampera-E, che con il suo  motore da 204 Cv, una  accelerazione da 0 a 50 Km/h in 3,2 secondi e velocità massima che tocca i 150 Km/h raggiunge i 400 Km di autonomia dichiarata. La Hyundai Ioniq Electric, ha prestazioni interessanti: da zero a 100 Km/h in 10,2 secondi e velocità max 165 Km/h, ma l’autonomia è limitata a 280 Km con una singola ricarica. La Volkswagen e-Golf, con batterie da 35,8 kWh di nuova generazione arriva a 300 Km. La nuova Tesla Model 3, equipaggiata con la tecnologia Autopilot per l’assistenza alla guida come self-driving car,  prevede una autonomia che toccherà i 340 Km con un’accelerazione 0-100 Km/h in 6 secondi. Restano con una autonomia limitata, in quanto di utilizzo previsto eminentemente cittadino, le Smart Electric Drive, ForTwo e ForFour, che arrivano rispettivamente a 160 e 150 Km. La vitalità dell’auto elettrica è dimostrata anche dalla elettrificazione di veicoli “immagine” come il Maggiolino, che sembra essere nei piani VW, ed il pulmino Transporter noto con il nome di Bulli e associato nell’immaginario collettivo al periodo degli Hippies, i “figli dei fiori”. Il concept è stato presentato al Salone dell’Auto di Detroit; il modello lungo 5 metri è stato chiamato I.D. Buzz ed ha caratteristiche molto interessanti: è dotato di un sistema di guida automatica che sfrutta uno sterzo retrattile e può trasportare un massimo di 8 passeggeri, ma anche l’autonomia è eccellente in quanto varia da 430 a 600 km con due batterie poste sotto l’abitacolo.

La piattaforma Giorgio si espande

Sergio Marchionne amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles ha dichiarato che intende  compensare i costi elevati di rilancio del marchio Alfa Romeo attraverso la condivisione della piattaforma Giorgio con Maserati, Dodge e Jeep. Nel maggio 2014 FCA aveva preannunciato l’investimento di 5 miliardi di euro per la realizzazione di otto nuovi modelli Alfa Romeo con l’obiettivo di aumentarne le vendite fino a 400.000 veicoli all’anno entro il 2018.
Nello scorso anno  FCA ha ridimensionatogli obiettivi di Alfa Romeo presentando  un nuovo piano che estende il periodo di tempo di attuazione del piano originale fino al 2020 e senza dare  indicazioni sui volumi previsti. Marchionne ha dichiarato che la piattaforma Giorgio è stato progettata come base per lo  sviluppo delle vetture Maserati a partire dal 2018, così come le Jeep dei segmenti superiori e la futura generazione di veicoli Dodge a trazione posteriore, perché l’investimento è stato pensato per farne beneficiare non solo Alfa ed ora è stato chiaramente definito il piano della sua utilizzazione.

Il bilancio di Alfa romeo è stato negativo nel 2016 e probabilmente lo sarà ancora nel 2017 prima che si facciano sentire i benefici delle vendite di Giulia e Stelvio.
E’ possibile che Dodge utilizzi una versione a basso costo della piattaforma Giorgio come base per la berlina Charger, per le auto sportive Challenger,  per i SUV di medie e grandi dimensioni. Non è esclusa anche una nuova macchina Dodge di segmento E, così come la futura Chrysler 300, derivate dalla Giulia. Sembra anche che Maserati possa utilizzare una versione aggiornata della piattaforma su tutti i suoi modelli e per un SUV di medie dimensioni .

 

Dieselgate WV e FCA: due casi diversi

Mentre è ben nota la vicenda del Dieselgate della WV, è difficile fare una analisi esatta di cosa  viene  imputato negli USA ad FCA data la scarsità di dettagli sulle effettive  accuse che le vengono mosse. Si può dire con sicurezza che i due casi sono ben diversi: WV ha ammesso di avere utilizzato dei “Defit devices”  che durante la fasi del ciclo di prova, e solamente in queste, adeguavano il comportamento del sistema di iniezione in modo da ottenere, riducendo le prestazioni, i livelli di emissione previsti dalla normativa. Durante l’uso normale della vettura il comportamento del sistema di iniezione era completamente diverso ottenendo le prestazioni di potenza richieste ma senza rispettare i valori di emissioni e di consumi omologati. Un vero e proprio imbroglio come dicono parole “Defit device” che significano “dispositivo fatto per ingannare”. Nel caso di FCA sembra che nel SW di controllo del sistema di iniezione siano state utilizzate delle logiche di funzionamento tali da consentire, secondo quanto ammesso dalla normativa  in  condizioni anomale del motore, di modificare il comportamento del sistema di iniezione rispetto alle condizioni normali, come per esempio in presenza di un surriscaldamento del motore o del malfunzionamento del catalizzatore. La colpa di FCA consisterebbe probabilmente in due cose: nel non avere dichiarato la presenza di queste logiche e/o di avere utilizzato queste logiche anche per incrementare le prestazioni del motore e non solo per proteggerlo. E’ chiaro che nel primo caso si tratterebbe solo di una mancanza formale e non sostanziale ben diversa dall’imbroglio WV.

Honda Odyssey ’18, l’auto gadget

La quinta generazione di Honda Odyssey

La quinta generazione di Honda Odyssey si inserisce in un segmento nel quale si trovano la Toyota Sienna e la nuova Chrysler Pacifica con una caratteristica specifica: quella di avere una gran quantità di accessori che meglio potrebbero essere definiti “Gadgets” incominciando dal classico aspirapolvere. Infatti si possono avere tutti i più recenti tipi di connettività, fotocamere, Wi Fi 4G, Apple Car Play e la compatibilità con Android Auto. John Mendel, vice presidente esecutivo di Honda negli USA, ha dichiarato che la nuova Odyssey alza l’asticella  della abitabilità e della tecnologia adatta alla famiglia nel segmento dei minivan, “il design sotto tutti gli aspetti, è pensato per fare felice ogni membro della famiglia, non importa dove sia  seduto o quale sia la destinazione”.

La lista degli accessori standard ed opzionali è studiata per impegnare ogni momento del viaggio e fare sì che Odyssey sia competitiva con Pacifica, che consente di scaricare giochi e altre applicazioni per lo schermo da 10.1 pollici sullo schienale ed ha ingressi HDMI per visualizzare i segnali video provenienti da altri gadget.
Odyssey, da parte sua, ha uno schermo da 10.2 pollici per i passeggeri della fila intermedia e posteriore per poter visualizzare PBS Kids, iHeartRadio e Spotify attraverso l’hot spot 4G LTE Wi-Fi del furgone, oppure il cellulare di un utente o il Wi-Fi pubblico. C’è anche “Quanto manca? ” una app simile a quella che sugli aerei indica l’avvicinamento alla destinazione. (Chrysler chiama la sua versione “Are We There Yet?”)
Con una app chiamata CabinControl, i passeggeri possono usare i loro smartphone per controllare il sistema di intrattenimento posteriore, il condizionamento ed il sistema di navigazione.

Inoltre gli occupanti dei sedili anteriori possono avere altri gadget come la fotocamera che offre una visione di quello che sta succedendo nei sedili posteriori ed il microfono che permette al guidatore di comunicare con i passeggeri posteriori attraverso gli altoparlanti o le cuffie.

Per quanto riguarda la parte veicolo, il peso è stato ridotto di circa cento kg con l’uso di acciaio ad alta resistenza, alluminio e magnesio così come è evoluto il motore 3,5 litri V-6 ad iniezione diretta con la disattivazione dei cilindri, dotato di trasmissione automatica a nove velocità sugli allestimenti più economici o di un nuovo cambio automatico a 10 velocità sui modelli di fascia superiore. Per il momento non è prevista la trazione integrale.
L’aspetto Sicurezza è presidiato dal sistema Honda Sensing di serie su EX e allestimenti superiori, che comprende la frenata automatica “precollision” ed il “road departure mitigation” un sistema evoluto di controllo del mantenimento della carreggiata che tiene conto anche di eventuali ostacoli quali alberi o macchine parcheggiate presenti sul bordo della strada.Honda Odyssey ’18

La Gigafactory di Tesla e Panasonic

La Gigafactory, progetto congiunto di Tesla e di Panasonic, è in costruzione a Reno, in Nevada, U.S.A.  con l’obiettivo di produrre batterie  per i veicoli elettrici e per lo stoccaggio,  con una rilevante riduzione dei costi.

La struttura in acciaio ed il tetto sono già stati costruiti, dimostrando che era vera la notizia che sarebbe divenuta la più grande fabbrica di batterie del mondo. La superfice coperta sarà maggiore di mezzo milione di mq, qualcosa di simile al Pentagono o a centinaia di campi di calcio. Ma evidentemente questo non basta ed ora si dice che la superfice disponibile verrà triplicata. Una gran parte di questa sarà destinata a riserva per eventuali incrementi futuri degli edifici e per il momento utilizzata per la posa di pannelli solari.

La Tesla ha volutamente evitato l’uso dei combustibili fossili persino nelle fasi di progettazione della nuova fabbrica di batterie perché ritiene che, per eliminare le fonti di energia inquinanti, non si debba solo limitarne l’utilizzo ma occorra concettualmente evitare il loro impiego.

La fabbrica sarà alimentata solamente da fonti rinnovabili e produrrà più energia di quanta ne consumerà e questo, assieme alle sue dimensioni, sarà lo strumento fondamentale per la diminuzione  dei costi di produzione delle batterie e quindi delle auto elettriche.

Grazie alle fonti rinnovabili ed alla grande produzione i costi dovrebbero diminuire del 30% consentendo alla Tesla di offrire le proprie auto elettriche a prezzi più bassi.

La produzione sarà di 500 mila batterie all’anno per auto elettriche, mentre il 25% della produzione sarà  per accumulo domestico o industriale tipo Powerwall.

Tesla ha già ottenuto finanziamenti di circa 750 milioni di dollari e incentivi dallo Stato fino a 1,3 miliardi di dollari.

Secondo le indicazioni congiunte di Tesla e di Panasonic la produzione generata nella Gigafactory sarà di 35 GWh di batterie agli ioni di litio all’anno per arrivare a 50 GWh nel 2020, più della produzione attuale di tutte le marche. A regime gli occupati nella Gigafactory saranno 6.500 e quasi 30.000 nell’indotto.

L’Auto connessa, nuovi sviluppi

Lo sviluppo della tecnologia dei sistemi di comunicazione da veicolo a veicolo costituisce un significativo metodo  per ridurre gli incidenti e quindi  è stato proposto dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti di fare in modo che tutti i nuovi veicoli ne siano equipaggiati. Un sistema simile era stato sviluppato dal Centro Ricerche Fiat  nel 2002 , chiamato “Virtual Safety Belt”, ed era basato sull’utilizzazione delle comunicazioni Bluetooth. La proposta USA richiederebbe che tutte le nuove auto siano dotate di sistemi di comunicazione che trasmettono e ricevono informazioni sul comportamento  dei veicoli come velocità, frenata, posizione ecc… Le  autovetture potrebbero comunicare  con altri veicoli e con le infrastrutture consentendo ai conducenti di “ vedere dietro l’angolo”  e quindi di prevenire un  incidente. L’anno scorso negli Stati Uniti ci sono stati 6,3 milioni di incidenti stradali. Nel mese di ottobre, NHTSA ha detto che i morti per incidenti stradali nei primi sei mesi del 2016 sono aumentati del 10,4 per cento. Questo aumento fa seguito ad un picco del 2015, quando le vittime della strada sono salite del 7,2 per cento fino  a 35.092. Questo è stato l’incremento più elevato dal 1966.

L’Alliance of Automobile Manufacturers, una associazione che rappresenta la General Motors, Toyota Motor Corp., Volkswagen AG e le altre grandi case automobilistiche, ha comunicato che le case hanno un  sistema simile già in fase di prova e che avrebbe approfondito  la proposta.
Una preoccupazione dei fabbricanti d’automobili è quella che  per altri usi dei dispositivi wireless si possa utilizzare una parte dello spettro riservato al sistema di collegamento tra veicoli e con le infrastrutture limitandone così le potenzialità.

L’inquinamento nel mondo

Chi vuole conoscere la situazione dell’inquinamento dell’aria sulla nostra Terra può ricorrere ad un nuovissimo Sito : https://airvisual.com/earth  che fornisce i dati in tempo reale sui livelli di smog nelle varie zone. I dati provengono da più di 8 mila centrali di rilevamento presenti in tutto il mondo. Volendo si può utilizzare anche una app installabile sul proprio smartphone. Un’altra interessante caratteristica di questo sito è quella di poter visualizzare le correnti aeree dei venti che percorrono il globo e che sono determinanti per la concentrazione degli inquinanti nelle varie regioni. In Italia il problema dell’inquinamento diviene sempre più importante per le nostre città come ci dicono le centraline per il rilevamento della qualità dell’aria installate dall’ARPA. A  farne le spese  son principalmente le grandi città come Torino e Milano. Il primo posto spetta a Torino (da gennaio 2016 ha superato il limite 86 volte), mentre, un po’ a sorpresa, al secondo posto troviamo Frosinone (85) prima di Milano e Venezia  con 73 e Vicenza, Padova e Treviso.

L’allarme smog in molte città italiane è frequente per le condizioni climatiche che favoriscono l’accumulo degli inquinanti, dovuti alla mancanza di interventi strutturali per la cui realizzazione occorrono investimenti molto elevati spesso non disponibili per i Comuni.

Legambiente, l’associazione ambientalista, ha presentato un decalogo di importanti cambiamenti nella gestione dei centri urbani, i più rilevanti dei quali sono:

  • Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta;
  • Una rete di piste ciclabili che attraversi la città per spingere la ciclabilità;
  • Una mobilità verso “emissioni zero”;
  • Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti;
  • 1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano per il trasporto pubblico nelle aree urbane;

Quando sono nate le vetture a guida autonoma?

Le automobili a guida autonoma ( AVs ) stanno diventando una realtà e nel loro sviluppo sono coinvolti non solo le grandi case automobilistiche ed i produttori di componentistica ma anche le compagnie di taxi, di trasporto, di consegna a domicilio e così via. Noi vediamo di giorno in giorno le novità, i problemi che sorgono e le soluzioni che vengono attuate rendendo sempre più vicino il momento nel quale le  AVs diverranno una realtà a disposizione degli utenti. Tutta questa attività ha radici molto lontane perché da molto tempo si stavano studiando sistemi di guida autonoma da impiegare ad esempio nei lavori agricoli. Ma la vera partenza dello sviluppo degli AVs ha una data ben precisa, il Novembre 2007, quando il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti invitò circa 200 esperti dei sistemi di trasporto e di computer a partecipare ad una gara con un percorso cittadino ad ostacoli di 60 miglia per verificare se fosse possibile e nello stesso tempo sicuro e conveniente progettare e produrre un AVs che potesse muoversi in sicurezza nel traffico cittadino. Questo tipo di gara non era il primo tentativo di stimolare lo sviluppo di veicoli a guida autonoma perché già da alcuni anni la DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) aveva organizzato gare di questo tipo di veicoli su percorsi in fuoristrada come il Mojave Desert ma ovviamente con un livello di complessità molto inferiore a quello della guida in città. Tra coloro che erano assieme ai teams si trovavano Steve Wozniak, co-fondatore della Apple e i fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin.  La gara fu vinta da una Chevy Tahoe modificata dalla Carnegie Mellon guadagnando un premio di 2 milioni di $ ma principalmente dimostrando che era possibile guidare in città senza nessuno dietro al volante. Da allora è partita un’altra gara alla quale nessuna casa automobilistica può sottrarsi.

Test della GM Bolt a guida autonoma

La General Motors ha dichiarato che nel mese di gennaio inizierà  da un impianto del Michigan un piccola produzione in serie di veicoli  a guida autonoma, con le versioni di prova di Chevrolet Bolt dotati di questa tecnologia. Mary Barra, CEO di GM, ha detto anche che le Bolts a guida autonoma  inizieranno  le prove sulle strade pubbliche presso il Centro Tecnico della GM a Detroit in quanto la recente legislazione statale permette un più ampio uso dei veicoli. GM già ha testato circa 40 di queste Bolt sulle strade di San Francisco e Scottsdale, in Arizona, ma la flotta utilizzata nel Michigan sarà decisamente più numerosa. Mary Barra in una conferenza stampa ha detto che Gm  si sta  assicurando che i propri  AVs  siano in grado di operare in modo sicuro attraverso una gamma completa di strade e di condizioni del tempo.
Lo stabilimento GM di Orion Township in Michigan, produce già  una auto Bolt elettrica con una autonomia di circa 380 Km con una ricarica completa e la vettura utilitaria Chevy Sonic.
Il test della vettura a guida autonoma di GM nel Michigan è stato finora limitato alle strade private all’interno del suo Centro Tecnico ma ora potrà espandersi per le strade nei dintorni  ed in seguito in tutta la regione di Detroit. Infatti Rick Snyder, Governatore del Michigan,  ha firmato una legge che incoraggia i test e la diffusione di veicoli autonomi in tutto lo stato. Barra non ha voluto dire quando GM prevede di iniziare ad offrire veicoli a guida autonoma ma GM ha iniziato recentemente a vendere Bolt  EV di serie in California e Oregon. Inoltre vuole iniziare le vendite nelle regioni Nord-est e mid-atlantiche nel prossimo  inverno prima di regolarizzare, verso la metà del 2017, la distribuzione ai concessionari specializzati EV a livello nazionale. Si tratta più o meno della stessa data prevista da Tesla per il lancio della sua “Model 3” simile per prezzo e posizionamento alla Bolt EV. E’ però molto probabile che Tesla non lanci la sua vettura prima del 2018 lasciando un grande vantaggio a GM che può eseguire  le prove della sua Bolt a guida autonoma prima ancora dell’inizio della produzione del Model 3.

“Abbiamo l’opportunità e la responsabilità di creare un nuovo modello di trasporto personale”, ha detto Mary Barra. “vogliamo essere sicuri che i nostri veicoli a guida autonoma possono operare in modo sicuro in una varietà completa di strade e di condizioni  del tempo”.
Le aziende automobilistiche  vedono in questa tecnologia un modo per risparmiare decine di migliaia di vite perché la maggior parte degli incidenti mortali sono il risultato di un errore umano.